Genesi di una “ciotola” da un grosso pezzo di ulivo
La tornitura di grossi pezzi è lenta e, all’inizio, quasi snervante. Tornire l’ulivo è ancora peggio a causa della sua venatura discontinua e delle, spesso presenti, inclusioni di corteccia.
Questo pezzo era pesante e molto sbilanciato. Ha messo a dura prova le capacità del tornio e le mie.
Fortunatamente con il procedere del lavoro tutto diventa più semplice.
Sgrezzatura del profilo esterno fino ad eliminare tutte le asperità.
Ora il pezzo ha un profilo perfettamente circolare e rientra nelle dimensioni massime di lavorazione sul banco del tornio.
Tra le punte si abbozza il profilo esterno dell’oggetto.
Poter lavorare tra le punte anziché a sbalzo permette di ridurre vibrazioni dovute allo sbilanciamento del pezzo ma soprattutto quelle dovute all’azione della sgorbia.
Tornire l’ulivo ha il pregio che una volta emerse le venature ci si dimentica della fatica.
Una volta levigato l’esterno il pezzo è pronto per essere scavato.
Normalmente quando si scava non si usa la contropunta ma in caso di oggetti particolarmente pesanti e sbilanciati può essere un grande aiuto.
La contropunta limita i movimenti della sgorbia ma con pazienza si scava ugualmente.
Una volta rimosso la maggior parte del materiale (e quindi del peso) ho tolto la contropunta per lavorare più comodamente.
Sono alla fine, manca solo la levigatura finale.
Quanto servirà levigare un pezzo tornito dipende da molti fattori.
Il primo è sicuramente l’abilità di chi tornisce, ma a pari merito abbiamo anche il tipo, la vena, la consistenza del legno e il bilanciamento del pezzo.
Io ci ho messo un bel po’.
Manca solo la finitura con pura c’era d’api.